Ogni professionista lavora autonomamente e riceve le persone in un ambiente accogliente e confortevole.
COSA “NON FA” LO PSICOTERAPEUTA
ADULTI E COPPIE
Solitamente il primo contatto avviene al telefono, il paziente accenna al motivo della chiamata e il terapeuta da alcune informazioni circa la sede dello studio, la tariffa e il modo in cui è solito lavorare.
Paziente e terapeuta si siedono uno di fronte all’altro e parlano del problema o del motivo per cui il paziente si è rivolto a uno specialista. Il primo incontro è un incontro conoscitivo, di accoglienza del problema e un momento di informazione rispetto alle modalità di lavoro.
I successivi 3 incontri servono per comprendere al meglio le difficoltà del paziente e soprattutto per capire se si instaura un rapporto di collaborazione e fiducia reciproci.
E’ il paziente che sceglie il terapeuta: è indispensabile che il paziente si trovi bene con il terapeuta, si senta accolto, si senta a proprio agio nel suo studio e in sua presenza, insomma è importante che “a pelle” gli piaccia. Se, per qualsiasi motivo, il paziente non sente che si sta instaurando un rapporto di fiducia può chiedere un altro nominativo e sarà cura del terapeuta fornire il nome di un altro specialista.
Il percorso di terapia prevede un contratto, cioè un accordo rispetto agli obiettivi che il paziente si pone e le modalità di lavoro offerte dal terapeuta. In questo modo paziente e terapeuta sono entrambi consapevoli del percorso che stanno facendo.
Di solito la frequenza è settimanale o quindicinale e la durata di una seduta è di circa 60 minuti. La durata complessiva della terapia dipende dall’obiettivo che il paziente vuole raggiungere. Ci sono terapie che si concludono dopo pochi mesi e altre che durano alcuni anni. Il paziente può decidere in qualsiasi momento di terminare la terapia.
BAMBINI
La terapia con i bambini ha un doppio obiettivo: aiutare il bambino a risolvere il disagio che lo accompagna e aiutare i genitori a comprendere cosa sta succedendo.
Il primo incontro prevede la presenza di entrambi i genitori o di chi si prende cura del bambino ed è volto a comprendere il problema presentato. E’ importante che i genitori si sentano accolti e a proprio agio con il terapeuta, è importante che sentano di potersi fidare di lui, altrimenti, se così non fosse, possono chiedere un altro nominativo e sarà cura del terapeuta fornire un nome di un altro specialista.
Dopo il primo colloquio con i genitori possono aprirsi due strade: una in cui il terapeuta continua a vedere i genitori da soli con l’obiettivo di aiutare il bambino attraverso le risorse dei genitori, un’altra in cui il terapeuta vede il bambino per 3-4 incontri per fare una propria valutazione o da solo o con un genitore.
Se il terapeuta vede solo il bambino è previsto un incontro con i genitori dopo la valutazione affinché sia possibile un confronto su quanto riscontrato e una decisione rispetto a come proseguire il trattamento.
Se il trattamento prosegue, ogni 4 incontri con il bambino è previsto un incontro con i genitori volto al sostegno della genitorialità, uno spazio cioè di aiuto, di riflessione e di confronto sulle modalità di comportamento e comunicazione con il figlio.
Di solito la frequenza è settimanale o quindicinale e la durata di una seduta è di 45 minuti. La durata complessiva della terapia dipende dall’obiettivo che il bambino e i genitori si pongono.
ADOLESCENTI
La terapia con gli adolescenti ha un doppio obiettivo: aiutare l’adolescente a risolvere il disagio che lo accompagna e aiutare i genitori a comprendere cosa sta succedendo.
Il primo incontro prevede la presenza di entrambi i genitori o di chi si prende cura dell’adolescente ed è volto a comprendere il problema presentato. E’ importante che i genitori si sentano accolti e a proprio agio con il terapeuta, è importante che sentano di potersi fidare di lui, altrimenti, se così non fosse, possono chiedere un altro nominativo e sarà cura del terapeuta fornire un nome di un altro specialista.
I successivi 3 incontri avvengono solo con l’adolescente. In seguito è previsto un incontro con i genitori per avere un confronto su quanto riscontrato e per decidere insieme come proseguire il trattamento.
Se il trattamento prosegue, ogni 4 incontri con l’adolescente è previsto un incontro con i genitori volto al sostegno della genitorialità, uno spazio cioè di aiuto, di riflessione e di confronto sulle modalità di comportamento e comunicazione con il figlio.
Di solito la frequenza è settimanale o quindicinale e la durata di una seduta è di 50 minuti. La durata complessiva della terapia dipende dall’obiettivo che il bambino e i genitori si pongono.